La seconda parte di una lunga chiacchierata con Nicolò Volpato, web designer che tra i suoi tanti progetti, ha anche realizzato Photomatt di Matthew Mullenweg (uno dei fondatori di WordPress).
La prima parte: Web design made in Italy: intervista a Nicolò Volpato – prima parte.
Gli argomenti della seconda parte di quest’intervista riguarderanno:
come realizza i progetti in rete;
la cura per l’usabilità dei siti web;
come ha ottenuto lavori anche dal mercato estero;
uno dei suoi progetti più importanti: Photomatt;
i suoi punti di vista sulle tendenze grafiche del 2007;
il suo rapporto di lavoro con clienti importanti.
Come per la prima parte di questo scambio di vedute, invito tutti coloro che vogliono porre delle domande a Nicolò Volpato ad aprire una discussione nei commenti di questo post.
Mik (di blographik):
08. Realizzi degli schizzi su carta o lavori direttamente con photoshop o simili?
Nicolò
Molto spesso sì.
Sono un disegnatore mancato, avrei voluto fare il liceo artistico, ma alla fine ho pragmaticamente optato per studiare le lingue.
A volte schizzacci incomprensibili per fermare un’idea di passaggio, a volte bozze ben fatte.
Qualche volta anche storyboard completi, poi scansionati e colorati in Photoshop.
Mi è perfino capitato di proporre alcuni di questi storyboard al cliente, invece di una versione digitale.
Uso spesso software di charting per fare schemi e flow-chart inerenti la struttura di un sito o l’architettura delle informazioni di un progetto.
Costituiscono un modo visuale e immediato per rendersi conto anche dell’ampiezza di un sito e trovo siano un utile strumento anche per preventivare un progetto (numero di sezioni/pagine, profondità della navigazione, esigenza di sotto-menù, collegamenti a database, ecc.).
Mik:
09. Ho notato la tua grande cura anche per l’accessibilità e l’usabilità dei vostri lavori oltre che alla grafica.
Quanto ritieni importante che un sito web sia oltre che graficamente di impatto anche usabile ed accessibile?
Nicolò
Dunque, ad essere sincero puntiamo molto a realizzare siti usabili e non prettamente accessibili, nel senso che non sempre verifichiamo la conformità alle direttive WCAG.
E’ altrettanto vero però che un sito conforme agli standard e scritto semanticamente permette già un certo livello di accessibilità.
Personalmente ritengo che l’usabilità debba essere una priorità per ogni web designer.
Non vedo l’usabilità tanto come una lista di requisiti che un sito deve possedere, alla Jakob Nielsen per intenderci, quanto come l’appropriatezza di un sito allo scopo per cui è stato creato.
Ogni sito è innanzitutto veicolo e luogo di comunicazione.
L’usabilità, secondo me, è l’insieme dei fattori che permettono che questa comunicazione si sviluppi in maniera efficace.
Usabilità è un menù ben strutturato ed intuitivo, un’architettura delle informazioni e dei
contenuti chiara e concisa, testi brevi ed coerenti, un design grafico adeguato al contesto, ma sempre accattivante e originale, un tono ed uno stile appropriati al target…
L’usabilità non è fatta di assoluti o di regole inderogabili e dipende da fattori tecnici quanto da fattori metodologici e psicologici.
E’ legata al buon senso del designer, al contesto comunicativo ed al target del sito.
In generale, è la qualità comunicativa e interattiva di un sito web.
Riguardo invece l’accessibilità propriamente detta, non mi è ancora capitato di dover creare un sito web appositamente indirizzato a persone con disabilità visive o uditive, né ho lavorato con le pubbliche amministrazioni.
Finora mi sono fermato ad un livello di accessibilità WAI-A, per intenderci.
Purtroppo, senza entrare nel merito della tanto discussa Legge Stanca, quando la conformità a delle linee guida viene imposta dall’alto, la cosa perde un po’ del suo fascino, non è vero?
Mik:
Dai tuoi lavori sul vostro sito aziendale noto che hai realizzato importanti lavori anche all’estero.
09. Come la tua azienda è riuscita a raggiungere anche una clientela non italiana?
Hai maggiori contatti con clienti italiani o stranieri?
Nicolò
E’ stata una sorpresa anche per me.
E’ iniziato, come spesso è successo anche in passato, grazie al mio blog/sito personale Jek2k.com.
Lanciato a giugno, il sito ha avuto molto successo sulle gallery e ha goduto di una visibilità cui non ero abituato (100.00 visite in 6 mesi).
Per mia stessa scelta, Jek2k.com è sempre stato indirizzato ad un pubblico prevalentemente straniero e scritto per lo più in inglese, nel tentativo di uscire dal contesto locale e mettere in mostra i miei lavori anche all’estero, dove lo scenario è un po’ più timolante e vivace che in Italia.
Presto sono arrivati i primi contatti e le prime email, e così anche i primi lavori all’estero.
Negli ultimi 6 mesi, la maggior parte dei nostri clienti sono stati stranieri.
Anche adesso riceviamo la maggior parte dei contatti diretti e delle richieste dall’estero, mentre in Italia il nostro business è in buona parte legato alle collaborazioni con altre web agency.
Lavorare con clienti stranieri è una sfida.
Per la lingua, per la difficoltà di riuscire ad interpretare le esigenze di persone e di aziende mai viste né conosciute e non ultimo per lo sfavorevolissimo cambio Euro-Dollaro.
D’altra parte, la soddisfazione e la visibilità dei progetti sono spesso davvero notevoli.
Mik:
10. Credo che il tuo nome abbia iniziato a circolare più velocemente in rete da quando hai realizzato il blog di Matt Mullenweg, vuoi parlarci di questo importante progetto?
Nicolò
La domanda di rito… eheheh.
Lo scorso ottobre ho realizzato il sito Clapton.nl per il fan club olandese di Eric Clapton.
Il webmaster del sito, nonché fondatore del club è un ragazzo di Amsterdam, Bert-Jan, pressappoco della mia età, con il quale ho stretto anche un buon rapporto di stima reciproca e di amicizia (remota, ma pur sempre amicizia).
Poco dopo il lancio del sito, Bert-Jan è stato contattato da Matt e gli ha fatto il mio nome.
Con Matt, entusiasta del design di Clapton.nl e interessato a rinnovare il suo notissimo PhotoMatt, ci siamo sentiti un paio di volte via chat e via email, in modo fugace, poiché, nonostante i suoi 23 anni, è estremamente impegnato.
Mi ha dato l’idea di una persona piuttosto decisa e sicura di ciò che vuole, e siamo giunti ad un accordo commerciale molto rapidamente.
Guardando il vecchio PhotoMatt il mio primo pensiero è stato “Questo sito manca di personalità.” – “Chi è Matt? Cosa mi dice questo sito di lui?”.
Volevo che il nuovo sito fosse suo, personale, che esprimesse graficamente un po’ del modo di essere di Matt.
Conoscendolo a mala pena, ho dedicato diverso tempo a leggere il suo blog e i suoi articoli passati, a guardare le sue foto, tentando di intuire tra le righe la sua personalità ed i suoi gusti.
Ho basato il mio design su questo, e ha funzionato.
I feedback sono stati positivi e lo stesso Matt è rimasto molto soddisfatto.
Mik:
I miei complimenti per photomatt (molto accattivante anche czbat.eu) e per la linea originale che hai seguito, anche grazie a te il web design italiano ha una sua validità ed originalità anche all’estero.
Nicolò
Ne sono lusingato.
Purtroppo capita di rado di vedere siti italiani nelle gallery o di sentir parlare di designer italiani.
E’ un vero peccato.
Mik:
11. Quali dei tuoi progetti realizzati fin’ora ritieni sia il migliore e perchè?
Nicolò
Non saprei, non ci ho mai pensato.
Mi piace pensare che il prossimo design che farò sarà migliore di tutti i precedenti.
Sono un perfezionista:
appena finito un design, anche bello, trovo subito mille cose che potrebbero essere cambiate.
Pretendo molto da me stesso e mi sforzo di imparare qualcosa di nuovo e di migliorarmi ogni giorno.
Dovendo scegliere uno dei progetti del 2006, sia per le porte che mi ha aperto, sia per un mero fatto affettivo, scelgo Jek2k.com.
Sono quasi 8 anni che Jek2k.com è la mia vetrina sul web.
E’ stata la mia “palestra” per imparare e sperimentare le varie tecnologie, il mio primo portfolio quando non ero ancora un professionista.
A Jek2k.com devo il lavoro che ho oggi, la visibilità, l’apertura a clienti stranieri e una buona percentuale delle soddisfazioni raccolte in questi anni.
Mik:
12. Ho trovato il tuo nome italiano per caso, navigando tra i commenti del blog di Veerle Duoh.
Volevo chiederti quanto è importante per te partecipare attivamente e farsi conoscere nella blogosfera internazionale?
Ti ha portato benefici anche in termini di nuovi lavori acquisiti, collaborazioni etc.
Nicolò
Dunque, quello dev’essere stato uno dei rarissimi commenti che ho lasciato.
La mia partecipazione alla “blogosfera” internazionale, a parte quei pochi articoli sul mio
Jek2k.com, è prossima allo zero.
Partecipo a pochissime e selezionate community, ma non sono uno che posta di frequente.
Principalmente è per via delle mia personalità e del mio carattere schivo e poi per via del poco tempo che riesco a dedicare alla lettura dei vari blog ed alla frequentazione dei forum.
A mio personalissimo parere, ciò che conta e che può eventualmente fare la differenza è aver un sito di buon livello ed un buon portfolio.
Se tieni un blog, fai sì che sia curato.
Cerca di dare un’immagine professionale, ma lascia parlare i tuoi lavori.
Riguardo ad una partecipazione attiva ed ai commenti, penso che sia giusto lasciare un feedback quando si ha qualcosa di rilevante da dire o un apporto costruttivo alla discussione, puntando sempre sulla qualità piuttosto che sulla quantità.
Benchè possa indubbiamente accrescere la visibilità, non vedo la partecipazione ai blog come un’occasione per farsi conoscere.
Ritengo che i forum siano un luogo migliore a questo fine.
Quando lascio un commento, mi sento ospite di un sito altrui e ciò che sto facendo è finalizzato solamente a fornire un feedback rispettoso e costruttivo.
Personalmente attribuisco molto più valore ai fatti che alle parole.
Mi piace pensare che un designer debba essere noto per la sua presenza nelle gallery e per il suo portfolio, piuttosto che per i suoi articoli o i suoi commenti.
Mik:
13. Hai progetti/collaborazioni per l’immediato futuro?
Nicolò
Fortunatamente, per ora il 2007 è iniziato bene e c’è abbastanza lavoro.
Spero che il trend positivo continui nei prossimi mesi.
Ho in cantiere qualche sito e qualche collaborazione… ma preferisco non svelare niente per ora, per scaramanzia.
Spero ne scaturiscano dei progetti interessanti.
Nel caso non mancherò di tenervi informati.
Mik:
14. Secondo te quali saranno le “tendenze grafiche del web design” del 2007?
Cosa reputi andrà ancora di moda e cosa verrà abbandonato?
Nicolò
Il cosiddetto stile Web 2.0, benché inizi a stufare, credo sarà una costante anche nel 2007, almeno per i primi mesi.
Già in questi ultimi tempi ho notato qualche piccolo cambiamento nello stile Web 2.0, qualche tentativo di uscire dal coro, qualche sito più interessante.
Tuttavia, lo stile Web 2.0 ha l’indubbio vantaggio di essere semplice da realizzare, veloce, comodo, e al tempo stesso di tendenza.
E’ la ragione per cui imperversa da un anno a questa parte.
Vorrei vedere qualcosa di nuovo, sinceramente.
E Flash, dov’è finito?
Nel 2006 ho visto Flash sparire dalle gallery più popolari e da molti siti, per venir relegato ad un settore di nicchia di siti-vetrina di altissimo impatto multimediale (e altrettanto peso).
Qua e là ho visto qualche sito proporre degli elementi Flash in un layout CSS.
A mio parere Flash può essere uno strumento comunicativo ed un fattore estetico notevole, e la sua integrazione in design standard-based apre molte interessanti opportunità.
Penso che questa integrazione vada esplorata più seriamente.
Vedo che vanno molto di moda i siti “one-page”, in cui proporre in una sola pagina profilo, portfolio e contatti.
Mi sembra un’idea molto efficace e la rivedremo nel 2007.
Gli stili grunge e retrò sembrano essere tornati abbastanza di moda e vedo vari siti utilizzare oggetti “real life” nella grafica (chissà, mi piace illudermi di aver avuto un ruolo anch’io nel dare nuova linfa a questo stile…).
Ma il bello del nostro mestiere è correre dietro agli stili e alle tecnologie, crearne nuove tendenze, lanciare idee originali.
E’ sempre nuovo ogni giorno.
Stiamo a vedere, sono sicuro che il 2007 porterà nuovi stimoli e nuove frontiere per il web
design.
Dai commenti (domanda posta da Bifoz nell’anteprima all’intervista di Nicolò Volpato):
14. Bifoz chiede: “Aldilà di tecnicismi vari, per i quali servirebbe mi servirebbe un’intervista intera, sarebbe interessante sapere anche come tratta l’approccio con i clienti di un certo calibro e magari sapere quali sono i nuovi trend e le previsioni di questi in merito al 2007, magari facendo anche il confronto tra Italia e resto del mondo (già immagino risposte un pò desolanti)…”
Nicolò
Riguardo ai trend per il 2007, spero di essere stato esauriente nella risposta precedente.
Come tratto l’approccio con clienti di un certo calibro?
Domanda interessante.
Bisogna fare due diversi discorsi, separando i clienti acquisiti tramite altre web agency dai clienti acquisiti direttamente.
Nel primo caso, possiamo dire che il lavoro si svolge in subappalto e non sempre è richiesto un rapporto diretto con il cliente o una negoziazione diretta.
E’ una modalità con cui, mio malgrado, opero spesso e quella che, in Italia, mi porta circa il 60% del lavoro.
Credo che sia un classico per qualsiasi freelance, professionista o piccolo studio, per acquisire progetti di una certa rilevanza e aprirsi al mercato.
Nel secondo caso, invece, il cliente ci contatta direttamente, con una richiesta di preventivo o una proposta di progetto.
Come mi rapporto con loro?
Con professionalità e semplicità.
Ho 24 anni, ne avevo 21 quando ho iniziato e si vede oggi come si vedeva allora.
Non cerco di sembrare ciò che non sono, né di dare l’idea di avere una grande azienda alle spalle.
Cerco di puntare su ciò che so di saper fare bene, sulla mia competenza ed esperienza.
Cerco di far trasparire la mia passione per ciò che faccio e la qualità e la cura con cui lo faccio.
Il concetto che cerco di far passare è che per me un cliente non è un numero, uno tra i tanti, e io non sono un commerciale che vende soluzioni a pacchetto.
L’instaurarsi di un rapporto personale con il cliente ed il capire e soddisfare le sue esigenze sono le basi per poter sviluppare un buon progetto e costruire un rapporto di lavoro (e di fiducia) duraturo.
Questa era l’ultima domanda.
Se volete approfondire gli argomenti trattati, potete aprire una discussione nei commenti di questo articolo, a cui Nicolò Parteciperà con piacere.
Ringrazio pubblicamente Nicolò Volpato per avermi concesso un pò del suo tempo.