La prima parte di una lunga chiacchierata con Nicolò Volpato, web designer che tra i suoi tanti progetti, ha anche realizzato Photomatt di Matthew Mullenweg (uno dei fondatori di WordPress).
Tempo fa su blographik vi segnalavo l’anteprima all’intervista a Nicolò Volpato, un web designer italiano di talento divenuto famoso anche all’estero grazie all’originalità dei suoi lavori.
Come sempre nelle interviste on line, vi invito a partecipare attivamente commentando questo post, Nicolò sarà felice di rispondere alle vostre domande.
Le prime 7 domande (su 14) di questa lunga chiacchierata riguarderanno:
La formazione professionale di Nicolò;
I ferri del mestiere;
Quali sono le sue risorse in rete che segue maggiormente;
I suoi consigli di lettura;
Come la sua azienda è riuscita a procurarsi lavori anche all’estero;
e molto molto altro…
Nicolò Volpato (di gnvpartners.com)
Ciao Mirko, grazie per questa opportunità.
E’ molto bello che questa volta si tratti di un’intervista da un sito italiano, significa molto per me.
Veniamo alle riposte…
Mik (di blographik.it)
Nicolò sono io a doverti ringraziare per aver accettato di intervenire su blographik.
E’ per me un onore ed un piacere poter condividere con i lettori di questo blog, le tue utili esperienze nel campo del web design e della grafica.
Iniziamo.
01. Puoi parlarmi della tua formazione professionale, quali sono e come sei arrivato ad acquisire le tue competenze?
Nicolò
Dunque, il discorso nel mio caso è duplice.
Le competenze teoriche sono frutto della mia formazione universitaria, mentre le competenze prettamente tecniche nascono invece dalla mia passione per il web design e dall’auto-apprendimento.
Ho iniziato a interessarmi al web design nel 1999, a 17 anni.
In quell’anno ho pubblicato una primissima versione del mio sito Jek2k.com (che all’epoca non si chiamava ancora così: il dominio, come si intuisce, è stato registrato nell’anno 2000).
Si trattava di un sito personale molto semplice, il cui scopo principale era permettermi di giocare con nuove tecniche ed imparare nuovi linguaggi.
Con il senno di poi, quei pomeriggi davanti al computer sono stati un vero investimento per il mio futuro e devo loro moltissimo.
Negli ultimi anni di liceo ho dedicato molto del mio tempo libero a leggere libri e tutorial on-line, per costruirmi un bagaglio di conoscenze che permettessero di realizzare un sito dalla A alla Z.
Ho anche frequentato diversi corsi e seminari, compresi quelli della (un tempo) Macromedia.
In particolare mi sono concentrato su Flash, che mi ha sempre affascinato moltissimo.
Quando dalla versione 4 sono passato alla 5, ho avvertito la necessità di imparare ActionScript, per rendere i miei progetti più interattivi e dinamici.
Questo è stato senz’altro uno degli step fondamentali per me, perché dal design e dalla grafica mi sono affacciato alla programmazione.
Imparare ActionScript e la logica della programmazione, benché sia stato durissimo a suo tempo, mi ha in seguito aperto le porte di JavaScript, ASP e PHP.
Nell’ottobre del 2001 mi sono iscritto all’Università, scegliendo il corso di tecnologie multi-mediali a Ferrara.
Al tempo era uno dei pochi corsi che unisse le basi di scienze della comunicazione alla pratica informatica e audiovisiva, ed era a solo 2 ore di treno da Rimini.
In più la possibilità di non frequentare le lezioni per me era fondamentale, per continuare a “fare pratica” di web design, magari con progetti e clienti reali.
All’Università, che ho finito nel 2005 con una laurea con lode, devo le conoscenze di psicologia, di sociologia, ma anche di usabilità (vista dal lato teorico e cognitivo), di teoria del colore e in generale tutte quelle conoscenze che stanno alla base di ogni progetto di comunicazione, tradizionale o online che sia.
Capire che la tecnologia, cui avevo dedicato così tanto tempo, è solo uno strumento, ha cambiato il mio modo di pensare l’informatica e il design e ha inciso profondamente sulla mia metodologia di lavoro.
Forse uno dei miei punti di forza come designer è proprio interpretare il design di un sito da un punto di vista, se vogliamo, emotivo e personale, che rispecchi lo spirito del proprietario, piuttosto che da un mero punto di vista tecnologico o di adesione ad una moda (sul discorso Web 2.0 torneremo in seguito).
Dal 2003 ho iniziato i miei primi progetti professionali e nel 2004 ho fondato il mio studio di web design, GNV & Partners, con il quale propormi ad agenzie ed aziende come professionista freelance.
Subito dopo la laurea ho iniziato a lavorare full-time e sono arrivati i primi progetti e le prime collaborazioni con web agency della zona.
Negli ultimi due anni ho cercato di trovare il mio posto in un mercato sovraffollato e di trasformare la mia passione di sempre in una professione.
Non nego che sia stata una scelta difficile e ho sicuramente ancora molta strada da fare, ma finora le soddisfazioni hanno pienamente ripagato i sacrifici.
Circa la seconda parte della domanda, ovvero quali siano le mie competenze, in parte ho già risposto.
Diciamo che di quello che si può vedere nel mio portfolio ho fatto personalmente il 98% del lavoro.
Esclusi video e foto per cui ho utilizzato professionisti esterni, il resto, dal design, al Flash, al back-end, è opera mia.
Mik
02. Quali programmi usi solitamente per la realizzazione dei tuoi progetti?
Nicolò
Photoshop in primis.
E’ il mio modo di esprimere il design, la mia macchina fotografica, la mia tela.
E’ lo strumento per dare forma alle mie idee.
Poi l’irrinunciabile Flash (la versione Pro) e tutta la suite ex-Macromedia.
Da qualche tempo ho abbandonato Dreamweaver per editor di testo semplici, in quanto mi offrono maggior controllo sul codice scritto a mano.
Ovviamente non posso fare a meno di un client FTP (Cyberduck per Mac OS X, è open source) e di un web server locale (Apache+PHP+MySQL su Mac OS X e IIS su una macchina Windows che uso per lo più per i test).
A questo aggiungi una dozzina di browser, in egual misura su Mac e Windows, per testare la resa dei siti web e eseguire test e debug.
Da un po’ di anni a questa parte sono un (entusiasta) utente Mac e lavoro quotidianamente su un G5 dual 1.8Ghz del 2004.
Nei tools fondamentali va annoverata anche la tazzona di the caldo, che, non bevendo caffé, e il solo modo di rimanere sveglio e lucido dopo ore e ore di lavoro.
Mik
03. Quali sono i blog o siti che leggi frequentemente per rimanere aggiornato in merito al web design?
Nicolò
Dunque, nel mio lettore di feed attualmente ci sono:
Solution Watch;
Fadtastic;
Devlounge;
9 Rules Network;
456 Berea Street;
Snook.ca;
Veerle;
Shaun Inman.
A partire da questi spesso si arriva su siti altrettanto interessanti e utili, ma il tempo che ho a disposizione è molto scarso ultimamente.
Per quanto riguarda le gallery, faccio riferimento per lo più a CSS Remix, per qualità e stile dei siti selezionati.
Per uno stile più prettamente Web 2.0, invece, consiglierei Web Creme.
Quando posso frequento i forum di MintPages, che sono uno strumento estremamente utile di confronto e scambio tra designer di tutto il mondo.
Essendo una community privata su invito, il livello dei contributi è in genere piuttosto elevato.
Mik
04. Da dove trai le ispirazioni per i tuoi progetti?
Nicolò
Cerco di ispirarmi ad altri siti e cose viste online limitatamente, quando è possibile.
Il rischio di perdere la propria originalità e di uniformarsi ad una moda (vedi il Web 2.0) è sempre in agguato.
Tuttavia occorre tenere d’occhio le gallery come CSS Remix per essere aggiornati sugli stili che vanno per la maggiore e vedere come altri designer hanno trovato soluzioni ingegnose a problemi quotidiani.
Come ho accennato prima, cerco per ogni sito di individuare gli aspetti chiave del proprietario (privato o azienda che sia) e capire il tono e lo stile appropriati, per basare il mio design su questi elementi, enfatizzandoli e reinterpretandoli a modo mio.
E’ senz’altro un metodo rischioso e difficile, specie se si lavora con clienti remoti, ma quando funziona si ottiene un sito che rispecchia il proprietario e non un sito dei tanti.
Dal punto di vista del designer, un approccio del genere costa tempo e fatica, ma aiuta
tremendamente a trovare e rafforzare un proprio stile grafico ed una propria unicità nel saper interpretare le esigenze di ogni cliente.
Qualche volta porta delle buone soddisfazioni.
Mik
05. Puoi segnalarci qualche link interessante in merito?
Nicolò
Beh, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Esistono dozzine e dozzine di gallery ormai.
Piuttosto, come fonte di ispirazione, consiglierei libri di architettura, design (tradizionale), fotografia o arte, per vedere come altri, ben più grandi di noi, hanno usato lo spazio, il colore, le luci e le ombre per esprimere emozioni, per realizzare un ambiente accogliente o un oggetto di uso quotidiano.
Spesso l’impaginazione stessa di questi libri, in genere pulita e rigorosa, è fonte di ispirazione.
Mik
06. Hai dei libri da consigliare riguardo lo sviluppo di siti web accessibili ed al web design?
Nicolò
Di libri tecnici ce ne sono tanti e l’obsolescenza di ogni cosa relativa al web è talmente rapida da rendere inefficaci i testi dopo appena pochi mesi.
Tre libri che ho trovato particolarmente utili, a suo tempo sono:
“Introduzione al Web Design” di N. Macdonald, Logos, 2003;
“Comunicazione, qualità, usabilità” di L. Cantoni, N.Di Blas, D. Bolchini, Apogeo, 2003;
“Lo Zen e il design CSS” di D. Shea e M.E. Holzshlag, Mondadori Informatica, 2005.
Se avete del tempo da spendere, vi consiglio “Il linguaggio dei nuovi media” di L. Manovich, Olivares, 2002.
Uno studio illuminate sull’evoluzione della comunicazione e dell’informatica negli ultimi decenni.
Non è un testo di web design, né di accessibilità, né tratta prettamente di web, ma l’excursus che fa dagli albori dell’informatica ad oggi, passando per letteratura e cinema è sicuramente affascinante e aiuta a capire come il nostro lavoro sia parte di un sistema più grande e risenta delle influenze culturali di 100 anni di media tradizionali.
Mik
07. Come procedi per la creazione di un sito/blog partendo da zero?
Nicolò
Dunque, anche se oggi il confine è molto labile, considero ancora un sito e un blog due tipologie di progetto diverse.
Ho già accennato alla logica che guida il mio lavoro e a come nasca l’idea o la metafora comunicativa di un progetto.
Dal punto di vista prettamente produttivo, il primo step è la creazione della grafica/design, e l’approvazione da parte del cliente.
Questo step è comune sia al sito che al blog.
In questa fase è essenziale un dialogo preventivo con il cliente per cercare di capire il suogusto e le sue aspettative, nonché per correggere il tiro, se occorre.
Sono solito produrre una sola bozza iniziale.
So che altri designer ne propongono più diuna, ma preferisco prima dare corpo alla mia visione e poi eventualmente esplorare altre possibilità.
D’altra parte, a mio personalissimo modo di vedere, come possono due design diversi incarnare lo spirito dello stesso sito o della stessa persona allo stesso modo?
Definito il design, si passa allo sviluppo.
Nel caso si tratti di un blog, ormai non posso più fare a meno di WordPress, come piattaforma di gestione dei contenuti.
Il design viene trasformato in XHTML e CSS validi e codificati a mano e questi convertiti in un tema per WordPress.
Se invece si tratta di un sito, caso per caso viene valutate l’esigenza o meno di utilizzare un CMS o meno, e di utilizzare qualche linguaggio lato server per funzioni avanzate.
Queste sono scelte che dipendono dalle peculiarità di ogni progetto, dalle esigenze del cliente e dalla piattaforma server con cui mi trovo lavorare.
In genere mostro delle tappe intermedie dello sviluppo al cliente, per tenerlo aggiornato ed avere la sua approvazione.
Ogni designer sa che anche il miglior cliente prima o poi cambierà idea, avrà un ripensamento o inventerà delle aggiunte o delle modifiche a ridosso della consegna.
Procedere per step aiuta anche a gestire i problemi man mano ed evitare di trovarsi nei guai a progetto finito.
Mik:
termina qui la prima parte di questa interessante consivisione di esperienze lavorative del web designer italiano Nicolò Volpato che ringrazio per la sua estrema disponibilità.
Se volete aprire una discussione con Nicolò in relazione ai temi trattati in questa prima parte dell’intervista, commentate questo articolo.
Se di tuo interesse leggi anche la seconda parte dell’intervista che tratta anche temi legati all’accessibilità, ai suoi importanti lavori eseguiti all’estero, alle sue collaborazioni future e molto altro.