La prima parte della chiacchierata con Tommaso Sorchiotti, esperto di comunicazione e web marketing.
Dopo aver conosciuto Tommaso al MarCamp di Ancona, l’ho contattato via e-mail per approfondire alcuni temi legati al web ed alla comunicazione in rete.
Di seguito puoi leggere le sue interessanti risposte in merito:
Al suo profilo professionale;
All’esperienza dei BarCamp;
Alle alternative web based di molti programmi;
Ai Tumblelog;
Ti invito ad intervenire nei commenti di questo articolo, per porre altre domande a Tommaso Sorchiotti e conoscere il tuo punto di vista.
Mik (di blographik.it)
01. Chi è Tommaso Sorchiotti?
Vuoi parlarmi del tuo percorso formativo ed il tuo profilo professionale?
Tommaso Sorchiotti (tommasosorchiotti.com)
Nasco e cresco in una piccolissima realtà provinciale:
un paesino di 4000 abitanti dove ancora vivono i miei.
Mi avvicino al mondo dell’informatica come estensione della mia passione per i videogames.
Inizio come autodidatta, imparo l’Html e decido di approfondire.
Affianco così una formazione umanistica classica, Scienze Politiche, a corsi di specializzazione e di marketing.
Cerco di prendere il meglio dai due percorsi.
Ho delle basi di programmazione, ma non sono un programmatore, ho delle competenze da web-designer ma non mi ritrovo nella definizione.
Né carne, né pesce, mi dicono.
In realtà voglio occuparmi soprattutto di comunicazione su Internet, nuove forme di pubblicità, analizzare come funzionano e come possono essere utilizzati i Media attuali, rinnovare o seppellire quella scatola colorata che tiene compagnia gran parte delle persone.
Mik
02. Quali sono le tue maggiori passioni?
Tommaso
La fotografia, anche se non mi ritengo un gran fotografo.
Ho amici e colleghi molto più avanti di me, ma mi diverte tantissimo fotografare.
Fino a poco tempo fa andavo in giro con la fotocamera sempre dietro in cerca di un’ispirazione, un’immagine da rapire, una folgorazione.
Ora la dimentico spesso, ma solo perché so di poter contare su quella del telefono cellulare.
Raccolgo pubblicità, manifesti, depliant, biglietti da visita e quant’altro mi colpisce.
A volte mi prendono per matto:
l’ultima volta in trasferta con un amico ci siamo fermati in un bar per colazione, ad un certo punto mi vede strappare pagine dal giornale del locale che stavo leggendo, lui sgrana gli occhi stupito, io rido e solo allora mi rendo conto di quanto non sia normale questo comportamento.
Mi piace leggere ma ancora di più scrivere.
Scrivo piccole storie, scenette, situazioni surreali che hanno come protagonisti “perdenti”, persone sconfitte ma non abbattute dalla vita.
Adoro viaggiare per conoscere, imparare, crescere e rimettermi continuamente in discussione. E il calcio. Sono tifoso dell’Inter ed alleno una squadra di calcio a 5 femminile.
Mik
Ho avuto il piacere di conoscerti in quanto insieme a Luca Conti ed altri ragazzi hai organizzato il MarCamp delle Marche ad Ancona.
03. A quanti Barcamp o eventi simili hai partecipato, e cosa pensi di queste manifestazioni?
Tommaso
Il MarCamp di Ancona, a dispetto del nome, era un BarCamp in piena regola, il quarto evento in Italia di questo genere, il primo organizzato in provincia.
Si tratta di un modello di conferenza atipica, che si può applicare ad un tema specifico o restare a carattere generalista, in cui viene meno la distinzione classica tra pubblico e relatori, portandosi via anche la noia di questo tipo di eventi.
I BarCamp sono l’ideale per conoscere persone dagli interessi comuni e con cui dialogare apertamente.
Ci tengo a precisare, però, che non si tratta di eventi riservati a pochi eletti o gruppi di professionisti; al contrario, sono eventi aperti ad appassionati e curiosi.
L’unica cosa che si chiede è una partecipazione attiva con una presentazione o lasciandosi coinvolgere dalle discussioni che nascono.
L’evento di Ancona del 24 Febbraio è stato impegnativo, ma anche molto soddisfacente.
Quello per cui mi sto impegnando negli ultimi anni è la diffusione della cultura Internet tra la gente. Che non riguarda solo chi fa sviluppo o vende servizi web. Tutt’altro.
Il problema è molto attuale quanto sottovalutato.
Mik
Sabato 28 Aprile ti ho intravisto dalla web cam della Robin Good TV.
04. Vuoi parlarci di questa esperienza?
Tommaso
L’esperienza di Genova allo ZenaCamp è stata molto impegnativa per me che avevo alle spalle 6 ore di auto, ma ne è valsa la pena.
Ho ritrovato amici, conosciuto persone e dato un volto a blogger che leggo e seguo da tempo in Rete.
Il palazzo ducale che ospitava l’evento è molto suggestivo e l’organizzazione è stata efficiente.
I temi di discussione poi sono stati molto attuali e per certi versi erano un’estensione dei dialoghi presenti sui blog:
si è parlato di microblogging, serie tv, blog locali, ma oltre alle presentazioni sono ancora più interessanti le conversazioni informali che nascono spontaneamente tra il pubblico.
Inoltre ho seguito con interesse la giornata da reporter di Robin Good, che attraverso la sua Robin Good Tv, ha permesso anche a chi non era fisicamente a Genova di sentire l’atmosfera e seguire in parte lo ZenaCamp.
Sarebbe bello se anche nei prossimi BarCamp si adottassero sistemi per cercare di coinvolgere le persone da casa.
Mik
05. Quali programmi usi solitamente per la realizzazione dei tuoi progetti?
Tommaso
Al momento, ti dico, non ho esigenze particolari per i progetti che sto portando avanti.
I programmi che uso normalmente sono abbastanza scontati:
Photoshop, Fireworks, Dreamweaver, Flash.
Anche se sto cercando di svincolarmi sempre più dalle applicazioni client a favore di nuovi servizi Web gratuiti e sempre disponibili, in grado di fare gran parte delle cose dei normali programmi.
Siti come:
- zoho.com
- goffice.com
- peepel.com
- hinkfree.com
ma anche applicazioni per l’editing di immagini come:
- pixoh.com
- pxn8.com
stanno diventando interessanti e si propongono sempre più come valide alternative, almeno per le esigenze di base.
E poi tra gli strumenti del mestiere non posso non considerare carta e matita, tantissima carta:
per progettare, appuntare, organizzare il lavoro.
Potrei quasi dire che è un mio modo di vivere.
Normalmente anche al di fuori delle attività professionali mi appunto note, citazioni, idee e curiosità. Ho un paio di Moleskine, ma le dimentico in continuazione.
Così mi riempio di bigliettini e appunti vari, che come ho un momento libero riorganizzo con calma.
Mik
06. Grazie a Luca Conti ho scoperto che anche tu hai aperto un blog o meglio un tumblelog.
Perchè la scelta di questa piattaforma minimale?
Tommaso
Ho aperto un Tumblr per gioco, o meglio, per capire e provare di che cosa si trattava.
Poi più lo usavo e più mi accorgevo di quanto fosse dannatamente utile:
due click e riesci ad appuntare qualsiasi cosa in maniera semplice ed immediata.
Un link, un video, una citazione, praticamente tutto quanto si incontra nella navigazione in Rete. Diventa così un blocco note, un’agendina, un diario da liceale. E soprattutto qualcosa di utile più per sé che per gli altri.
Se si osserva un tumblelog come un blog non si posso che evidenziare in prima battuta i suoi limiti.
I primi giorni mi chiedevano tutti:
“E’ carino sì, ma dove sono i commenti?” e qualcuno non mi prendeva seriamente quando rispondevo che non ci sono!
Tumblr non è un’arena per dialogare.
Lo vedo meglio come un luogo dove raccogliere le proprie tracce digitali, le proprie tappe di navigazione.
Poi è così immediato e facilmente indicizzabile dai motori che vedo persone usarlo al posto di de.licio.us o per pubblicizzare il proprio blog.
Termina qui la prima parte dell’intervista a Tommaso Sorchiotti che risponderà a tutte le vostre domande nei commenti di questo articolo.
Continuate a seguire blographik per consultare anche la seconda parte di questa lunga chiacchierata.