La seconda parte di una mini serie di articoli dedicata ai CMS, al loro utilizzo ed alle funzionalità principali.
Nella prima parte, ci siamo soffermati sui vantaggi e gli svantaggi principali di un CMS.
Quanti CMS esistono?
Esistono moltissimi tipi di CMS, il Web è stracolmo di sistemi pronti per l’uso, gratuiti e open source.
Ne cito solo alcuni, che tra l’altro sono quelli più ambiamente usati:
- Drupal
- Joomla
- e107
- Plone
- Xoops
- Mambo.
Ce ne sono comunque molti altri.
I CMS open source sono facilmente installabili su un proprio dominio: chiunque, con un mimino di conoscenze legate all’uso di Web server e MySQL può farlo.
Il problema in realtà non riguarda l’installazione, bensì la configurazione del CMS, la sua globale personalizzazione, sia dal punto di vista tematico (template grafico), sia pure per quanto riguarda l’organizzazione dei canali e dei contenuti.
Il focus di questo articolo non è comunque orientato a come si configura un CMS; più che altro mi interessa sviluppare una discussione sui termini di applicabilità di un CMS.
Ciò che sappiamo per certo è che in un CMS ci sono sempre due elementi ricorrenti: Canali e News.
Oltre ai CMS open source esistono ovviamente sistemi proprietari.
Anzi, a onor del vero, i primi CMS che hanno visto la luce erano esclusivamente proprietari; è stato poi il popolo dell’open source a creare quelli che oggi sono disponibili per tutti.
Come si presenta l’interfaccia di un CMS?
Anche se alcuni tipi di CMS sono più duttili di altri, il CMS è per sua natura un sistema poco user friendly.
Già il fatto che il back-end sia diverso da ciò che appare nel front-end, provoca qualche problema ad utenti non professionisti.
Prendiamo l’esempio di un impiegato d’azienda, al quale viene dato l’incarico di aggiornare il sito Web istituzionale con le informazioni che riceve da altre persone.
Ciò che vede quando entra nella sua area riservata non è affatto il sito vero e proprio; vede un’interfaccia particolare nel quale deve sapersi muovere.
Il primo problema che si incontra quando si fa formazione su un CMS a chi poi lo dovrà usare, è spiegargli come le azioni prodotte nel
back-end, producono risultati nel front-end, ovvero nel sito che tutti i navigatori vedono.
Un esempio di quanto detto è il back-end rappresentato in Figura 2, dove l’utente vede appunto solo una lista di canali, ed un menu delle funzioni attive sulla parte sinistra.
(Fig. 2) – Esempio di back-end.
Insomma, già questo esempio è sufficiente a spiegare il motivo per cui, spesso, le persone preposte alle modifiche di siti Web tramite CMS, trovino difficoltà anche nell’inserimento di semplici informazioni aggiuntive.
Se poi ci addentriamo nelle funzioni avanzate che permettono di creare gallery fotografiche, inserire video, documenti PDF e altro ancora, le cose si complicano rapidamente.
Ovviamente, tutto il discorso che sto affrontando, ipotizza che l’utente del back-end sia una persona che ha una grado di alfabetizzazione informatica molto bassa.
Di certo, utenti esperti di Web design e informatica in genere, potrebbero avere da obiettare rispetto a quanto asserisco.
La realtà dei fatti è però che quasi mai, chi viene incaricato di svolgere una tale mansione, all’interno dell’azienda, è un esperto di siti Web, per cui il problema torna nuovamente a manifestarsi.
Nel prossimo articolo:
Chi ha bisogno di un CMS?
Che cos’è Adobe Contribute?
Articolo scritto da Davide Vasta come guest poster per Blographik.it.
Davide Vasta è un Adobe Guru e Docente universitario, presso l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci e la Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia.
Per maggiori informazioni, potete consultare la sua intervista rilasciata su blographik.