Questa che leggerai qui sotto è l’esperienza concreta e pratica di Marco Salvo, guest poster di blographik, che ti permette di affrontare lo spinoso tema del guadagnare on line attraverso un blog.
Sono sicuro che attirerà la tua attenzione.
Come sempre ti invito a partecipare attivamente nei commenti a fine post, per creare una discussione utile a tutti, attraverso la segnalazione della tua esperienza personale.
Cosa faccio per vivere, anzi per tirare a campare on line
di Marco Salvo
Da qualche giorno non faccio altro che pensare a quanto assurdo stia diventando il meccanismo che la rete propone per poter guadagnare soldi attraverso un blog, un sito o un progetto web di qualsivoglia natura.
Prima di sottoporvi la mia riflessione, è giusto che vi parli di ciò che faccio per vivere, anzi per tirare a campare :-).
In passato avevo 2 lavori:
- Il primo in un call center dove facevo help desk per clienti top con turni h24 ed il secondo,
- ma non per ordine di importanza, il mio buon vecchio e fidato adsense contornato da programmi di affiliazione (che portavano nelle mie tasche una ventata di freschezza).
Adesso?
Bhe…
Un po’ per colpa della crisi economica ed un po’ per colpa delle grosse aziende, abili nello sfruttare ” l’apertura aziendale a tempo al fine di trarne benefici economici”, sono rimasto con il solo lavoro da libero professionista barra piccolo imprenditore, al quale ho voluto aggiungere a corredo un bel sito aziendale dove propongo servizi posizionamento siti a Palermo.
Chi fa il Seo per professione, si sarà spesso trovato di fronte a clienti o datori di lavoro che, con il sorriso sul viso domandano:
Ma…… dimmi un po’ Se sai far comparire i siti in prima pagina su google, come mai non lavori per te stesso?
Situazione assai spinosa e controversa vero?
Diciamo che da circa 5 anni guadagno sfruttando i miei siti, però, con rammarico noto che alla luce dei fatti molte cose sono cambiate, o meglio non si sono mai evolute.
Parlo di come, aziende tipo Google, con il loro metodo alternativo, abbiano saputo illuminare tanti publisher, al fine di aumentare il proprio business.
Creando così una rete virale incredibile, ma che, al giorno d’oggi non sembra essere progredita.
Provando ad analizzare il mio percorso lavorativo, vedo un uomo, dietro una scrivania, che accetta una sfida proposta da un’azienda per la quale (ovviamente) stravede.
Pensando che finalmente qualcuno abbia saputo sfruttare il talento di gentaglia come me 🙂 che pian pianino ha seguito il loro modo di vedere il web.
E ora?
Adesso penso seriamente che le opportunità proposte, sono sempre inferiori e che l’evoluzione del mercato pay per click sia in fase di stallo.
In una piacevole chiacchierata avuta con Mirko, abbiamo notato che prima tra le serp di google eravamo solo noi, nel senso che, tanti web master caparbi e capaci, hanno creato un sito, lo hanno portato avanti seguendo il proprio buon senso, realizzando così dei posizionamenti che a loro volta si sono trasformati in utili.
Oggi la situazione è cambiata moltissimo, perché tra le serp non siamo più soli!
Lottiamo giornalmente con agenzie, web agency, copy e seo agency (con un potere editoriale decisamente più forte), che mettendo in pratica azioni di link building massive, gironzolano anche fra le query più banali.
E tutti quei web master che, ipnotizzati dalle parole di Google, hanno puntato il tutto e per tutto?
E tutti quelli che si sono inventati un lavoro da casa scrivendo articoli a tema?
Molti hanno trovato lavoro all’interno di web agency, tornando quindi al punto di partenza : hanno uno stipendio fisso e sono “sotto padrone”.
- Ma è questo che voleva il mercato?
- Era questa la direzione che la piccola imprenditoria web doveva prendere?
Forse il piano era quello di dare forza ad agenzie che, sfruttando le esperienze del singolo web marketer hanno realizzato siti giganti dove trattano in maniera profonda anche argomenti che prima non avrebbero trattato mai?
- E lo spazio ai piccoli editori?
- E lo spazio alle nuove idee?
- E la possibilità di guadagnare con un blog attraverso la stesura di post?
- Realtà o finzione?
Vediamola così :
In tanti hanno trovato una strada alternativa, hanno saputo reinventarsi trasformando il tempo dedicato alla stesura di post in un vero trampolino di lancio nel mondo web, acquistando fama e autorevolezza, ma allontanandosi un po dal mondo web che gli appartieneva dovendo, per ovvi motivi, trasferire ad altre persone, quindi con la formazione a pagamento, le informazioni apprese durante il corso deli anni.
Generazione 2011!!!
Inventarsi il lavoro è diventato un lavoro che parte dal web.
Ma come mai un colosso come Google non ha ancora messo su un sistema dedicato ai publisher, che li metta nelel condizioni di tentare strade più impegnative?
Arrivo al punto.
Al momento, grazie alle piattaforme open source multi blogger, sarebbe possibile creare in un batter d’occhio dei progetti editoriali di grande impatto con informazioni aggiornatissime ( in quanti avete pensato di farlo?).
Ma chi può permettersi di creare un sito del genere per poi pagare i blogger mantenendo le spese di gestione?
Secondo te potrebbe, un bravo seo, web master, programmatore, che dir si voglia far decollare un sito guadagnando solo con adsense?
Esistono dei grossi progetti sul web che permettono la frammentazione degli introiti provenienti dalle pubblicità in percentuale.
Mi riferisco ad esempio a diggita che promette di attribuirti il 50% degli introiti adsense percepiti, attivando la revenu share di adsense….
La cosa mi ha sempre lasciato perplesso per diversi motivi:
- Non voglio mettere il mio codice su un altro sito che non è il mio (sai, il regolamento adsense cambia in un attimo e ti ritrovi con le ossa rotte
- Chi mi dice che le posizioni utilizzate dal sito non siano di secondo taglio?
- Perché non posso decidere il formato o i colori dell’annuncio?
- Perchè scrivere articoli per un altro sito quando potrei farmi un sito e guadagnare il 100 %?
Cosa non ha fatto adsense per permettere la crescita on line?
Secondo il mio parere potrebbe essere utile l’implementazione di una piccola funzione su google adsense che permettesse di destinare una percentuale gli introiti provenienti da uno dei miei siti con chi pubblica articoli.
Mi spiego meglio:
Supponiamo io voglia creare un sito di recensioni libri e dopo averlo creato, ottimizzato e posizionato sul web, volessi dare la possibilità a Mirko di scrivere recensioni sul mio sito garantendogli il 60% sulle entrate percepite dai sui articoli…
Sarebbe molto più semplice no?
Io lo invito tramite adsense a partecipare al mio porgetto (pratica che a Google piace molto, vedi gmail, google plus) e lui accetta, sempre tramite adsense, le mie condizioni avendo la certezza che Papà Google alla fine del mese non si dimentichi di lui.
In pratica un accordo bilaterale dove Google fa da tramite..
Tutto sarebbe più semplice ed io avrei la possibilità di creare tantissimi progetti renderli appetibili ai motori di ricerca e propormi come una specie di datore di lavoro 4.0 che ti fa lavorare e ti fa pagare da google.
In questo modo potrei pensare che Google ha voglia di far incrementare i miei introiti e non solo….Perché avrebbe un senso in termini di viralirtà del brand Google e produzione di articoli ben fatti.
Ora i progetti che nascono con queste intenzioni, non possono monetizzare in maniera così efficace il lavoro altrui, costringendo il piccolo imprenditore a dover decidere un prezzo sulla base del quale avrà in cambio l’articolo, la recensione e così via, scoraggiando così le nuove idee imprenditoriali ed eliminando la possibilità di poter guadagnare a tempo indeterminato su mille articoli inseriti in mille siti diversi.
- Tu che idee hai in merito?
- Pensi che attraverso un meccanismo così pensato, Adsense possa trarne un vantaggio?
- Perché secondo te non ha mai approfondito o esteso questo di modello business al pubblisher?
A te la parola nei commenti qui sotto.
Autore: Marco Devilio
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