La prima parte dell’intervista a Davide Vasta, Adobe Guru e Docente universitario presso l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci e la Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia.
Volete conoscere il profilo professionale ed il percorso formativo di Davide Vasta?
Leggete l’inizio di questa lunga chiacchierata e seguite blographik nei prossimi giorni.
Nelle restanti due parti si parlerà di cos’è un Adobe Guru, dei numerosi libri pubblicati, del restyling del suo sito e di molto altro.
Chi è Davide Vasta?
Dunque, vediamo, come posso rispondere a questa domanda?
Cioè voglio dire, è una domanda così semplice e al contempo parecchio complicata.Ti confesso che quando ho iniziato a scrivere le risposte di questa intervista, questa domanda, mi ha praticamente inchiodato davanti al monitor del mio Mac, con gli occhi stralunati ed il totale vuoto in testa… roba da Bart simpson per capirci. 🙂
Provo ad andare con ordine, prima rispondo dal punto di vista personale, poi vediamo.
Innanzitutto ci tengo a sottolineare che sono Siciliano, di Palermo. Lo sottolineo perchè da quella terra e dalla mia famiglia ho ereditato due valori che io ritengo oggi inestimabili, ancorchè introvabili: la generosità ed il rispetto altrui. Queste doti, se mi è permesso chiamarle così, sono quelle che mi hanno da sempre identificato agli occhi di tutte le persone che conosco: amici, colleghi di lavoro, clienti e semplici persone incontrate per strada. Se posso aggiungere dell’altro ci metterei anche una buona dose di educazione ed una massiccia dose di onestà intellettuale.
Certo, ci sono anche le persone che la pensano diversamente… quelli che si costruiscono mondi paralleli con realtà del tutto artefatte… ma quella è un altra storia e in fondo non è giusto che ne parli qui.
Se posso dire altro aggiungerei che sono un inguaribile curioso, che sperimenta tutto quello che può nei limiti del lecito e del possibile… su Internet ne ho viste di cotte e di crude, sono stato vittima di Phishing e persino di Scam… un giorno ci scriverò un bel libro. Perchè mi sono successe queste cose? Semplicemente perchè a differenza di altre persone ho voluto vedere, provare, approfondire, ciò che gli altri si limitano a sapere per sentito dire. Ecco, questa è forse la mia dote più grande: non mi tiro mai indietro.
Potrei andare avanti a lungo, ma il rischio è che questa prima parte dell’intervista diventi solo un modo per fare emergere il mio EGO come un fiume in piena… meglio passare a cose più tecniche e professionali.
Mi occupo principalmente di web e graphic design, con particolare attenzione al primo. Cerco di applicare in maniera “scientifica” le regole che sottendono al web, quelle che spesso vengono ignorate dai più. Amo iniziare i progetti pensando all’architettura dei contenuti, all’organizzazione semantica dei testi, e per ultimo approdo al design del layout.
Mi risulta che la tendenza presso molti “web designer” sia proprio al contrario: apro Photoshop, disegno il sito, mando uno screenshot al cliente senza neanche una riga di descrizione, realizzo!
Oops scusate, il “contrario” prevederebbe che ad un certo punto qualcuno pensa all’architettura dei contenuti… ma anche questa è materia sconosciuta per i più.
Scrivo molto (dal mio sito penso si evinca) ma paradossalmente non leggo molto. Leggo quello che posso e quello che trovo interessante. Nella mia libreria è onnipresente il testo “Web Design Arte e Scienza” di Jeffrey Veen, da cui ho tratto ispirazione per tutto il mio lavoro.
Collaboro in maniera stabile con la redazione di Applicando nella stesura di articoli, test e tutorial, e ho un rapporto altrettanto ormai stabile con Apogeo Editore e Sprea, per i quali ho all’attivo quattro libri scritti.
Passiamo ora alla formazione. Insegno presso l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci e la Facoltà di Lettere e Filosofia a Perugia dal 1993, quando avevo 23 anni, sebbene la prima docenza è databile intorno al 1986…Le materie sono due: Computer Graphics, Tecniche ed Applicazioni Digitale… senza ammorbarvi con i dettagli basta andare sulla sezione “studenti” del mio sito per farsi una cultura…
Diciamo che su di me ho detto abbastanza… qual’è la prossima domanda?
Vuoi parlarmi del tuo percorso formativo ed il tuo profilo professionale?
Si, beh, per dirla con un termine molto americano… sono un self-made man… Anzi, mi correggo, pardon, un self-making man, visto che non mi ritengo “arrivato”, ma mi sento molto “in evoluzione”.
L’origine di tutto, il Big Bang della mia vita ha un solo nome: Commodore 64. Da li son partito, come molti altre persone della mia età. All’inizio fu il gioco, poi il gioco si trasformò in interesse, poi l’interesse in primi lavori e così via.
Voglio raccontarvi questo piccolo aneddoto su come il C64 entrò nella mia vita. Avevo 8 anni, ed ero terribilmente attratto dai congegni elettronici. Al tempo avevo una consollo da giochi della Philips, una di quelle con i giochi di un tempo, alla Pong, per capirci. Ad un certo punto scoprì il C64 e iniziai a fare un lagno assurdo ai miei genitori affinchè me lo comprassero.
Al tempo costava 750.000 lire, che erano un patrimonio per una famiglia normale… Mia madre Benedetta (di nome e di fatto…) decise che me lo avrebbe comprato, ma mio padre non era molto d’accordo. Riteneva che sarebbe stata una spesa inutile. Così un bel natale, mamma mi compra il C64, ma per non litigare con papà dice che è un regalo della cara nonna… Io, strafelice, passo l’intera settimana di natale incollato al C64…
Papà si rende conto che l’attrazione che provavo non era tutto sommato un fuoco fatuo…e che fa? Mi regala il disk drive (modello 1541 per chi se lo ricora). Infine, si era reso conto, che il mio non era propriamente un capriccio… e il tempo mi ha dato ragione! Bene, questo l’aneddoto… da li poi è iniziata l’evoluzione, sino a quando arriva il Commodore Amiga e i primi guadagnetti… il mio primo lavoro pagato fu una presentazione fatta a slide (realizzate con Deluxe Paint) stampata su fogli lucidi e consegnata al cliente: incredibile a dirsi oggi, 25 slides pagate 1.300.000 lire!! Pazzesco…
Ma il salto di qualità arrivò quando i miei genitori decisero di investire una piccola somma, pagandomi l’affitto un locale. Insieme a mio fratello Angelo, che vive ormai negli USA da 15 anni, diedi vita allo “Studio Grafico IDEA“, e fu probabilmente il momento in cui iniziai davvero a sentirmi un grafico.
Il resto è storia, fino a quando sono stato in grado di camminare con le mie gambe. Ai miei genitori va il merito di aver creduto e investito in me… una cosa che non dimenticherò mai e, che cercherò di fare a mia volta con i miei figli.
Dal punto di vista professionale, udite udite, io non ho mai seguito mezzo corso di grafica o di web design. Tutto quello che ho imparato è frutto di auto-formazione, libri e tanta tanta esperienza sul campo.
Attenzione però: non voglio dire che questa è la strada da seguire! Io sono stato così preso dal mio lavoro e non ho trovato il tempo di studiare…ma se potessi tornare indietro, studierei sicuramente.
Ciò che però mi sento di consigliare a tutti gli aspiranti designer è di non attendere la fine degli studi per buttarsi nel mondo del lavoro… ma trovare subito il modo di imparare, anche quando si è davvero molto giovani, magari con qualche stage formativo, o semplicemente mettendosi a disposizione di un bravo “maestro“.